CURIOSO DI NATURA

LA SCIAMATURA DELLE API

L’obbiettivo della rubrica “Curiosi di Natura” è quello di trattare tematiche ambientali e darti qualche consiglio da utilizzare in natura in caso di necessità. Anche oggi analizzerò un fenomeno molto affascinante che necessità di consapevolezza per essere osservato in sicurezza: la sciamatura delle Api!


La protagonista di questo comportamento è Apis mellifera e alcune sue razze presenti nel nostro paese come ad esempio la più diffusa Apis mellifera ligustica. Questo fantastico imenottero, allevato per i suoi preziosi prodotti d’alveare, è uno degli insetti sociali più studiati al mondo. Nonostante i tanti sforzi molti dei suoi comportamenti rimangono un mistero, tra questi anche la sciamatura che è stata osservata e accuratamente analizzata da molti studiosi ma che ancora cela interrogativi irrisolti.


Imbattersi in una sciamatura non è così raro dal momento che il nostro paese ha una importante tradizione di allevamento apistico e gli alveari presenti oggi sul territorio sono più di un milione e mezzo con un numero di api che varia dalle 20.000 alle 80.000 unità per arnia. (dati Osservatorio Nazionale Miele). Puoi quindi immaginare quanto sia stretta la nostra convivenza con questi laboriosi pronubi che possono spostarsi anche di svariati chilometri dal nido per fare incetta di nettare per alimentare sé stessi e la propria famiglia.


Un esempio straordinario delle loro abilità e del loro complesso comportamento sociale è appunto la sciamatura, il fenomeno per il quale il super organismo (così viene chiamato un gruppo di organismi della stessa specie che interagisce sinergicamente) si riproduce generando due nuclei distinti e determinando l’abbandono del nido di origine da parte di circa 2/3 (o 3/4) delle operaie accompagnate nella maggior parte dei casi dalla regina madre. Il gruppo più piccolo che invece permane nel nido è quello che cercherà di allevare una nuova regina e ricostituire la società matriarcale appena perduta. Gli scienziati hanno ipotizzato più cause alla base dell’avviamento della sciamatura: aumento delle dimensioni della colonia, sovraffollamento del nido, sproporzione relativa all’età delle operaie con un picco di giovani leve, ridotta trasmissione del feromone emesso dalla regina e anche predisposizioni genetica ereditaria. Tutti questi fattori probabilmente agiscono di concerto o sono correlati ad uno stimolo «critico» non ancora identificato che agisce maggiormente in concomitanza con le abbondanti fioriture primaverili oppure, più raramente, è indotto da fattori esterni come una fuga a causa di un attacco di nemici o di avversità ambientali. Il processo di sciamatura non è casuale e neppure repentino, può occupare diverse settimane nelle quali le operaie, mediamente 10 giorni prima della partenza, iniziano a ingurgitare miele e a modificare la dieta della regina per essere pronte all’involo. Sicuramente le attrici principali del processo sono le api esploratrici incaricate di cercare “le novità per la colonia”. Grazie a espressioni geniche
diverse rispetto alle sorelle le talentuose esploratrici condizionano e determinano l’uscita delle api dall’alveare in fase di sciamatura e cercano i pascoli migliori in condizioni normali di vita.
Alla partenza uno sparuto avamposto di operaie esce dal nido formando un tipico grappolo e iniziando a produrre molteplici forme di comunicazione chimica, visiva e fisica. Si ipotizza ad esempio che alcune vibrazioni a frequenza bassa corrispondano a un «prepararsi per il decollo» e altre più forti, che comportano anche elevate temperature nella zona toracica delle api, indichino «uscite».


Al segnale “uscite” una nuvola formata da migliaia di sorelle inizia a seguire il 5% di api guida che formano un «corridoio» e indicando visivamente la direzione e poi la posizione del nuovo nido. La massa alata si sposta decisa occupando uno spazio di 8-12 m di lunghezza, 6- 8 m larghezza e 3-4 di altezza per uno sciame di ridotte dimensioni e la regina, se presente, produce sostanze specifiche e uniche che impreziosiscono l’organizzazione della migrazione.
Durante questo tragitto possono verificarsi delle soste sui rami degli alberi o altri supporti dove si assiste alla formazione di un glomere dalla tipica forma a grappolo d’uva, questi pit stop possono essere molteplici e durare anche ore fino al raggiungimento della meta finale.
Durante una sciamatura l’interazione con l’uomo è un evento probabile quindi proviamo ad analizzare qualche scenario plausibile e darti qualche consiglio utile per affrontarlo al meglio.
Ho scelto tre casi che ho vissuto in prima persona:


1. Ti trovi sul loro percorso e vieni avvolto da una nuvola di api che hanno come unico obbiettivo quello di seguire le compagne e arrivare prima possibile a destinazione. Sono assolutamente disinteressate a te e prima della partenza si sono rimpinzate di miele quindi anche volendo faticano a retrarre l’addome e pungere. Mantieni la calma, evita assolutamente gesti inconsulti e allontanati lentamente, vedrai che scompariranno velocemente senza neppure sfiorarti.


2. Trovi un bellissimo grappolo di api in sosta sul tuo albero preferito o ancora meglio nei pressi della tua abitazione e vieni pervaso da mille emozioni contrastanti nell’osservare la massa ronzante. Anche in questo caso le api sono concentrate sulla loro meta, molti apicoltori raccolgono i grappoli a mani nude quindi non preoccuparti, goditi lo spettacolo da lontano, accertati che il tuo curioso cane non si avvicini, chiudi le finestre di casa, evita movimenti bruschi e consulta l’elenco nazionale recupero sciami per l’intervento oppure se non trovi riscontro contatta i vigili del fuoco al numero115.
Per il bene dello sciame è sempre meglio recuperarlo e portarlo in apiario, sotto le cure esperte di un apicoltore, poiché in natura tra malattie e pericoli ambientali potrebbero se no non sopravvivere a lungo.


3. Noti un notevole movimento di insetti alati che entrano ed escono freneticamente da una nicchia (solo per fare qualche esempio: una crepa nel muro, un cassonetto della tapparella, un buco nell’albero del giardino). Questo è il caso in cui devi seguire con maggiore rigore le regole di buon senso accennate prima. All’interno della nicchia gli inquilini hanno deciso di stabilirsi e poco importa se sono api o vespe, entrambe non accetteranno la presenza di potenziali minacce in corrispondenza della loro porta di casa quindi mantieni una distanza di almeno 8/10 metri facendo ancora più attenzione ai tuoi animali domestici, muoviti sempre molto lentamente e se ti trovi in un luogo pubblico cerca di isolare il perimetro e contattare i vigili del fuoco. Se invece sei in grado di riconoscere l’animale, in caso di presenza di api potrai direttamente consultare il già citato elenco recupero sciami se invece sono vespe e la posizione del nido è potenzialmente pericolosa per le persone allora contatta un disinfestatore professionista.


Cosa devi fare se vieni punto? La cosa più importante è rimanere calmo e allontanarti. Appena sei tranquillo controlla dove l’ape ha inoculato il pungiglione e rimuovilo velocemente poiché l’aculeo entra nella pelle vi rimane impigliato insieme alla sacca velenifera e continua a pompare veleno causando dolore e altri sintomi.


Nel caso dovessi gonfiarti in punti diversi da quello della puntura o dovessi avere nausea, confusione, difficoltà respiratoria allora è importante andare subito al pronto soccorso per evitare crisi allergiche (per approfondimenti sulle punture d’ape e i sintomi clicca qui). Se è il tuo cane o un altro animale domestico ad essere punto, mantieni la calma e rivolgiti al tuo veterinario descrivendo dettagliatamente la situazione (per approfondimenti su punture e sintomi del tuo cane clicca qui).


Dopo aver analizzato il fenomeno della sciamatura, descritto alcuni scenari possibili nei quali potresti trovarti e consigliato alcune piccole regole per la tua sicurezza spero vivamente di averti fatto apprezzare questo magnifico animale fondamentale per la vita del nostro pianeta.
Concludo ricordando che nel nostro paese e in molti altri paesi del mondo Apis mellifera è severamente protetta e tutelata dal codice penale che ne vieta qualsiasi attività volta alla disinfestazione e/o eliminazione e che per la rimozione è necessario rivolgersi a un apicoltore professionista.


Lunga vita alle nostre preziose amiche alate.

Articolo di Davide Sita
Foto di Paolo Taranto