Milena Venditti: com’è nata la tua passione per i cavalli?
La domanda più difficile a cui posso dare una risposta è questa! Credo che non sia mai nata la passione per i cavalli…semplicemente perché la passione è nata prima di me! Mi racconta mia madre che da piccola correvo con la convinzione di essere un cavallo! Da allora molti anni sono passati, ma il riscontro a quanto scritto è che il mio ambiente naturale è in sella ad un cavallo. La mente e il cuore si fondono alla potenza dei muscoli e ho piena coscienza del mio spazio e di me.
Quale tipo di percorso formativo equestre hai?
La prima volta che ho montato a cavallo ero poco più che una ragazzina e ho continuato a farlo sporadicamente ogni volta che ne avevo l’occasione. All’età di 28 anni ho deciso di prendere delle lezioni di equitazione presso un centro con un istruttore. Sono rimasta in questo centro per circa 10 anni, continuando ad accrescere le conoscenze e le competenze. Principalmente la mia formazione è stata di equitazione di campagna, ma le tantissime ore di lezione in campo mi hanno formata tecnicamente anche per altro. Avendone la possibilità e vivendo in campagna, ho poi deciso di realizzare dei box per portare finalmente i miei cavalli a casa. E da allora li vivo h24, nel bene e nel male, con non pochi sacrifici.
Qual è stato in generale il tuo percorso professionale?
Sono arrivata al punto in cui la voglia e la curiosità mi hanno spinta ad approfondire i concetti. La sola passeggiata o la sola lezione non rendevano giustizia alla brama di apprendere. Ho iniziato a pormi molte domande e la prima in assoluto era “ma faccio tutto giusto per far bene al mio cavallo?”. Questa domanda mi ha spinta a volerne sapere di più e così ho deciso di intraprendere il percorso formativo Engea, che mi ha portata ad essere istruttore di base e istruttore pony. Non ho mai fatto questi corsi per il desiderio di fama o per avere ruoli importanti, ma solo ed esclusivamente per la voglia di non fare del male alla mia compagna di avventure.
Come sei entrata e perché nel mondo Engea?
Nell’anno 2014 ho visitato Fiera Cavalli a Roma e in quell’occasione girando gli stand mi sono ritrovata davanti quello di Engea. Prima di allora, avevo sempre sentito parlare di Engea e dei Garibaldini a Cavallo, senza prestare molta attenzione allo scopo finale che questo Ente perseguisse. Ho trovato delle persone squisite che mi hanno spiegato cosa fosse Engea! Cordialità, competenza, savoir-faire l’hanno fatta da padrona e da lì ho deciso che il mio percorso formativo sarebbe nato e finito in Engea. Di fondo credo di essere una delle poche ad aver intrapreso una formazione finalizzata alla gestione dei cavalli e non utilizzarla per fini lavorativi, non avendo un centro ippico, essendo io un consulente tributario A.N.CO.T.
Engea incarna a parere della sottoscritta il sano dell’equitazione, con grande attenzione verso l’ambiente e il benessere animale. Non ho mai amato gli ambienti agonistici in cui lo spirito è quello di vendere cavalli e dove la figura del buon istruttore è data dal numero degli allievi in gara. Ritengo che l’equitazione debba incarnare rispetto e il tutto deve nascere dal rapporto con i cavalli.
Cavalli….e un territorio che si presta a viverli…raccontaci del mondo equestre in Molise
Come rispondere a questa domanda senza una punta di polemica?! Proviamoci. Il Molise è una piccola regione con grandi potenzialità; purtroppo proprio per la grandezza bene o male ci conosciamo tutti, ma anziché farne un punto di forza, spesso diventa proprio il punto debole. Abbiamo un territorio stupendo, basta pensare che un’ora di macchina separa la montagna (il Matese) con la costa (23 km di spiaggia); abbiamo molti km di snodi tratturali, quasi totalmente persi e solo in alcuni tratti conservato, dove possiamo leggere la storia delle nostre radici pastorali. Ho la fortuna di percorrere spesso il Regio Tratturo in agro di Guglionesi e trovarvi lungo il tragitto la flora che solitamente nasce in montagna ed è sempre una grande emozione. Tale premessa per dire che tutti gli appartenenti nel mondo equestre dovrebbero fare fronte comune contro una classe politica disattenta verso le nostre bellezze naturali in cui hanno permesso devastazione e inquinamento.
Perché consiglieresti a qualcuno di diventare un professionista del mondo equestre?
Essere un professionista attribuisce la libertà di scegliere cosa è giusto e cosa non lo è. La conoscenza che si acquisisce durante la formazione, consente di acquisire quelle competenze di base che spesso si danno per scontate ed acquisite. Oggi giorno la formazione è doverosa se non indispensabile tenendo conto dei cambiamenti legati alla comunicazione. Fino a qualche anno fa, l’arte equestre si basava sul passa parola legato all’esperienza degli anziani; oggi purtroppo è affidata ad internet e spesso non si ha la capacità di filtrare le nozioni corrette, il che può diventare pericoloso. Si va a tentativi su cure, alimentazioni e chissà quante altre diavolerie. Una formazione seria consente la giusta comunicazione tra cavallo e cavaliere, riducendo di molto di incappare in spiacevoli errori potenzialmente pericolosi per sé stessi e per il nostro compagno equide.
Quali progetti per il futuro?
Ho avuto modo di lavorare con persone che hanno disabilità motorie, mentali e psicologiche; le esperienze passate mi hanno portata a desiderare di realizzare un centro dedicato ai più deboli. Purtroppo non è un progetto di facile realizzazione, ma nella vita nulla è facile! Mi è stato insegnato che la volontà muove le montagne, chissà se non riuscirà a creare il primo vero centro per disabili in Molise!
Giorgia Ferrero