Stefano Avenali: com’e’ nata la tua passione per i cavalli?
La passione per i cavalli nasce da quando ero bambino insieme a quella per tutti gli animali. I miei genitori sono nati e cresciuti in campagna e anche se non avevano i cavalli , ma bestiame che serviva per lavorare la terra e trainare i carri , nella casa in cui era cresciuto mio padre era nato un maneggio, che si chiamava IPPOCAMPO. I miei primi giri a cavallo li feci proprio lì.
Quale tipo di percorso formativo equestre hai?
Devo dire che, anche se ho approcciato molto presto ai cavalli, da ragazzino non ho mai frequentato con costanza il mondo equestre, sia per le possibilità economiche dei miei, sia per una questione di tempo. Quindi non ho avuto modo di allenarmi per fare gare o cose del genere, che per altro non mi sarebbero interessate. Piuttosto dopo i 18 anni, mi è piaciuta sempre di più l’equitazione da campagna, per il meraviglioso rapporto che offre il cavallo con la natura, Respirare i profumi , sentire i rumori e vedere la sua bellezza, anche attraverso i sensi del cavallo, è una sensazione indescrivibile a livello materiale, è pura energia.
Qual è stato in generale il tuo percorso professionale?
La mia voglia di crescere professionalmente è scattata da quando ho deciso di fare dei cavalli il mio lavoro, la mia quotidianità. E’ partita come una prova affiancandola all’attività di mia moglie che nel 2009 mi sono trovato a dover gestire dalla serra alla mattina. Un Hotel ristorante 4 stelle, che aveva 4 ettari di terreno a prato con molti ulivi secolari, un grande pascolo quindi. Decisi di acquistare un cavallo ed un pony, Alonso e Carolina, che ancora oggi sono con noi. Era nato come servizio in più da dare agli ospiti della struttura. Venduti per bravi, mi resi subito conto che avevano diversi problemi da risolvere: non avevo conoscenza per correggere la situazione, ma sentivo la necessità di saperne di più per poterlo fare in autonomia. Così dopo aver conosciuto una persona che praticava la Parelli Natural Horsemanship, mi interessai immediatamente per frequentare corsi con gli istruttori qualificati. E’ così è partita questa meravigliosa avventura , che continua nella conoscenza e formazione. Io dico sempre che gli istruttori sono i professori dell’università ed i cavalli sono i nostri libri. Più ne studi, più cose impari, e ad oggi ne ho letti già abbastanza, e più ne leggi e più ti rendi conto che qualsiasi cavallo ha sempre qualcosa da insegnarti, soprattutto a livello morale ed esistenziale. La tecnica equestre, che non deve essere da meno dell’horsemanship, che non è una tecnica ma un atteggiamento, viene dopo, quando hai una buona connessione con il cavallo, e questa è la cosa più bella, perché percepisci l’armonia dei movimenti e della mente. Il mio motto è : OUR DANCE ON YOUR LEGS!
Penso che possa esprimere tutto quello che c’è da capire quando si monta a cavallo. Ovviamente non sono tutte rose e fiori, ma oggi ho le mie soddisfazioni, e pur continuando a formarmi da persone molto più capaci di me, nel nostro centro domiamo puledri, lavoriamo su cavalli con problemi comportamentali causati dall’uomo, facciamo lezioni di equitazione, passeggiate e organizziamo dei bellissimi trekking, tutto questo con cavalli nati e cresciuti qui o arrivati e abbandonati da noi con problemi comportamentali.
Come sei entrato e perché nel mondo Engea?
Nel Febbraio 2012 mi chiamò un ragazza che si doveva trasferire per un paio di mesi da Milano nelle Marche con i suoi 2 cavalli, Simona Merlini. In cambio avrebbe gestito la parte del piccolo maneggio, ma andava regolamentato, così ci rivolgemmo all’engea di Mauro Testarella. Ci mandò Attilio Grilli, il referente regionale di quegli anni. Il resto è storia, perché Simona, a cui devo molto , non è più tornata a Milano, ed è diventata il presidente dell’ASD Circolo della Natura, ed ad oggi siamo il centro di riferimento delle Marche, dove oltre ad essere i fedelissimi, abbiamo un centro di formazione Engea di cui sono anche docente per la parte di Guide equestri ambientali, e di altri tipi di brevetti.
Cavalli…e un territorio che si presta a viverli…raccontaci come si sviluppa il turismo nelle Marche
Si è vero, le Marche è una regione che si presta molto per il turismo equestre, e non solo ovviamente, ma credo che proprio per le ragioni di cui parlavo al punto 3, il cavallo può esaltare le caratteristiche del nostro territorio. Abbiamo un campagna e una terra molto curata, boschi e montagne preservate da antichi custodi taglialegna, che da generazioni custodiscono i boschi utilizzando le antiche mulattiere e gli antichi sentieri dei viandanti. Una rete di sentieri perfetti ad esaltare le tradizioni della regione, che vanno dalla storia dell’impero romano a quella religiosa dello stato pontificio, tutto questo apprezzando la cultura enogastronomica della civiltà contadina che per fortuna è ancora molto viva. Per noi marchigiani la terra, è il nostro oro.
Perché consiglieresti a qualcuno di diventare un professionista del mondo equestre?
Improvvisarsi non serve, dobbiamo tutti diventare professionali, sempre di più, anche se si dovesse fare per divertimento, perché il nostro divertimento deve essere anche quello di chi viene a trovarci per un servizio, e non possiamo permetterci di sbagliare. L’equitazione è uno sport bellissimo e divertente, ma al tempo stesso è un’attività pericolosa , e non va fatta alla leggera sotto tutti i punti di vista. Per questo consiglio a tutti gli aspiranti cavalieri di rivolgersi a strutture e persone professionali, che possano offrire un servizio di qualità e di tutela per chi decide affrontare questa meravigliosa esperienza.
Quali progetti per il futuro?
Chi ama i cavalli e la natura non ha limiti di progetti, perché i cavalli e la natura sono liberi, c’è sempre una seppur piccola parte in loro incontrollabile, i limiti ce li crea solo l’economia ,che regola i flussi di cassa e quindi dobbiamo fare delle scelte, o meglio aggiungere mattone dopo mattone a quello che era il progetto iniziale. E’ ovvio che non si può fare tutto , e devo dire che ci sentiamo già molto realizzati, grandi novità non ci saranno, se non quella di lavorare con qualche capo di bestiame che è già arrivato qui al ranch. Diciamo i primi passi nel ranch work e ranch roping, guidati da professionisti del settore da cui ci formiamo, poichè abbiamo la fortuna di avere una proprietà di circa 10 ettari e altri 300 ettari circa da attraversare, nel terrazzo alluvionale su cui è situato il nostro centro, senza dover incorrere in strade o situazioni pericolose, anche per i più neofiti.
Giorgia Ferrero